Con sentenza n. 30 del 9 gennaio 2025, il Tribunale di Busto Arsizio ha affermato che se il CCNL non lo prevede, non sussiste il diritto del lavoratore a percepire la tredicesima mensilità, essendo pienamente legittima la prassi aziendale di suddividere la retribuzione annuale in dodici mensilità.
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Con sentenza n. 2615, del 4 marzo 2024, il Tribunale di Roma, dando ragione all’Enasarco che ha imposto la riscossione dei contributi a seguito di un accertamento ispettivo, ha affermato che l’influencer il quale promuova stabilmente e con continuità in rete i prodotti di un’azienda, ricavandone un compenso, attraverso uno specifico codice, per ogni vendita andata a buon fine, è inquadrabile come agente di commercio.
Il Tribunale di Milano, con sentenza n. 4276/2023, pubblicata il 13 dicembre 2023, ha dichiarato illegittimo il licenziamento per "inidoneità assoluta e definitiva alle mansioni" di un insegnante affetto da sclerosi multipla nell'ambito di un contratto a termine diretto allo svolgimento di un anno di prova e formazione, il cui esito positivo avrebbe comportato la definitiva immissione in ruolo del docente.
Con sentenza del 30 marzo 2023, la Corte di Appello di Venezia ha affermato che se la prestazione lavorativa è organizzata attraverso un software gestito dal committente che impartisce, continuamente, disposizioni al personale della cooperativa di logistica (riconoscimento vocale associato ad un barcode) con cui è stato sottoscritto un contratto di appalto, si è in presenza di una violazione dell'art. 29 del D.L.vo n. 276/2003, concretizzando una intermediazione illecita di manodopera.
Il Tribunale di Palermo, con sentenza n. 1561 del 9 maggio 2023, ha affermato il diritto di rivalsa dell’INAIL - ex art. 85 del DPR n. 1124/1965 - nei confronti dell’amministratore di un condominio che aveva affidato i lavori ad un’impresa priva dei requisiti professionali e che aveva operato in carenza delle misure di sicurezza rispetto alle quali lo stesso amministratore non aveva vigilato.
Con sentenza n. 1072 del 1 febbraio 2023, il Tribunale di Roma ha affermato che, laddove sia avvenuta una conciliazione di natura prettamente tombale in occasione della risoluzione del rapporto di lavoro, questa comprende, laddove prescritti, anche i contributi di natura previdenziale, atteso che si tratta di diritti disponibili, rispetto ai quali è stato riconosciuto un qualcosa destinato a lenire il danno subìto dal lavoratore per l’irregolare versamento dei contributi stessi.
Con sentenza n. 159, del 31 ottobre 2022, il Tribunale di Lecco ha affermato che la prova della sopravvenuta inutilità del lavoratore non può arrestarsi alla mera impossibilità del repechage ma il datore di lavoro è tenuto ad accertare che non sia possibile sottoporre il lavoratore ad un percorso di aggiornamento professionale che lo renda nuovamente idoneo alle mansioni per le quali era stato assunto.
Con sentenza dell’8 agosto 2022, il Tribunale di Milano ha affermato che la prestazione lavorativa, seppur concordata con il lavoratore, oltre i limiti giornalieri e senza riposo settimanale, è vietata. Di conseguenza, il lavoratore ha diritto ad un risarcimento del danno, pur se ha ottenuto un compenso maggiorato rispetto alla retribuzione.
Con sentenza n. 212, depositata il 14 giugno 2022, la Corte di Appello di Torino, richiamando la direttiva comunitaria 2000/78, il decreto legislativo 216/2003 e un orientamento costante della Corte di Giustizia Europea, ha affermato come illegittima la decurtazione di premi aziendali per i giorni di assenza ai lavoratori che fruivano dei permessi ex lege n. 104/1992.
Il Tribunale di Udine, con sentenza depositata il 26 maggio, ha affermato che la procedura telematica prevista dall’art. 26 del decreto legislativo n. 151/2015, ha l’obiettivo di assicurare la genuinità delle dimissioni presentate dal lavoratore e, di conseguenza, intende sottolineare che il dipendente deve essere libero da condizionamenti allorquando prende la propria decisione.